Il pesce è ricco di proteine, può sostituire la carne (il cui consumo non dovrebbe superare le due-tre volte la settimana) e inoltre contiene gli acidi grassi essenziali, omega 3, ottimi per prevenire sia il cancro sia le malattie cardiovascolari.
Sono i pesci più grassi quelli che apportano la maggiore quantità di omega-3: sardine e salmoni (soprattutto se selvaggi, perché quelli di allevamento ne sono meno provvisti) sono al primo posto nella classifica dei pesci benefici, sebbene sia importante non abusarne perché sono più calorici degli altri pesci.
Oltre agli omega 3 è importante tenere d’occhio anche gli acidi grassi omega 6 (di origine per lo più animale, quindi contenuti nella carne, nelle uova e nel pollame, oltre che negli oli di semi)che, invece, hanno effetti negativi sulla salute, poiché vengono utilizzati dall’organismo per produrre alcune sostanze coinvolte nell’infiammazione. L’apporto di omega-6 e di omega-3 dovrebbe essere il più possibile paritario, mentre l’attuale alimentazione occidentale contiene da 10 a 20 volte più omega 6 che omega 3.
Nello specifico, alcuni studi suggeriscono che gli omega 3 potrebbero ridurre il rischio di cancro al seno, del colone della prostata e diminuire la capacità delle cellule maligne di dar luogo a metastasi.
I pesci più grossi sono migliori?
Se questa affermazione può avere un senso dal punto di vista gastronomico, almeno per alcune specie, dal punto di vista della salute la faccenda è diversa.
I mari sono mediamente piuttosto inquinati e molte sostanze tossiche si accumulano nell’organismo dei pesci. Più a lungo vivono i pesci, più diventano grandi e più sono le sostanze tossiche che contengono.
L’allarme degli esperti riguarda soprattutto il mercurio, che non ha effetti cancerogeni bensì tossici sul sistema nervoso.
Scegliere pesci di piccola taglia è quindi una buona alternativa, anche se così facendo si rinuncia spesso a un maggior apporto di omega 3. La soluzione consigliata sta nel giusto mezzo: privilegiare i pesci piccoli e magri nella maggior parte dei pasti, ma consumare di tanto in tanto anche pesci di grossa taglia per il maggior apporto di omega 3.
In nessun caso bisogna rinunciare ai benefici offerti da una dieta ricca di pesce, ma è utile abituarsi a consumare anche le specie che tradizionalmente sono considerate meno pregiate (come il pesce azzurro): richiedono un po’ più di pratica nella preparazione rispetto al classico trancio di salmone al forno, ma sono saporite ed economiche.